Articolo di Sara Gambarini – 15 settembre 2018
Lorenzo ha poco più di 9 mesi e lo scorso 2 giugno ha subìto un trapianto di fegato. Perché è nato affetto da atresia delle vie biliari, una malattia che lo avrebbe portato presto a spegnersi se la sera del primo giugno mamma e papà non avessero ricevuto quella telefonata che ha dato a loro figlio la possibilità di continuare a vivere. Ora, Luca Foletti, 34 anni, originario di Santo Stefano Lodigiano, e Ramona Irina Faraoanu, 39enne, che da due anni vivono a Codogno, desiderano raccontare la loro storia perché è la sfida di tante famiglie che ogni giorno rispondono agli scogli più difficili della vita con l’amore per la vita stessa. Anche quando la gioia più grande, come quella per la nascita del primo figlio, è l’inizio di una dura battaglia quotidiana in cui Luca e Ramona però sostengono di non aver fatto nulla di straordinario: «Stiamo solamente facendo i genitori». Parole sufficienti a intuire il valore di una storia di profondo coraggio. «Io ho voluto raccontare la nostra esperienza per condividere un messaggio positivo, un messaggio di speranza per il mondo spiega Luca -: sono stati mesi difficili, con il trapianto poi a Lorenzo è stata data la possibilità di continuare a vivere e di avere un futuro quasi normale, in cui potrà andare a scuola, giocare; l’inevitabile nella vita arriva – riflette -, ci vogliono disciplina, pazienza, speranza e, per chi ce l’ha, serve fede, è importante».
Il calvario di Lorenzo inizia pochi mesi dopo la nascita, avvenuta il 24 novembre scorso. E quando il suo problema viene inquadrato, Prima all’ospedale di Pavia, poi a Brescia e infine all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, dove il piccolo ha affrontato il trapianto di fegato e dove tuttora è ricoverato. «Sta lottando come un leone riferisce Luca -, perché ha già avuto alcuni rigetti, non è facile, è immunodepresso, ma nei suoi occhi c’è un mondo di speranza». Ma proprio la “grinta” di Lorenzo, insieme alla forza scoperta con Ramona in questi mesi, all’umanità e alla professionalità dei medici e degli infermieri incontrati, alla vicinanza delle persone, a partire dalla comunità di Santo Stefano Lodigiano e dall’AMEI – Associazione Malattie Epatiche Infantili, hanno mutato anche lo sguardo di Luca sulla vita: «Volere è potere». Per questo sulle magliette indossate per la traversata Angera-Arona, al lago Maggiore, mamma e papà hanno riportato il loro messaggio di speranza: «Ci sono onde che portano più lontano dell’orizzonte». Lo hanno imparato fra le corsie dell’ospedale. Luca lo ha voluto dimostrare preparandosi in soli 18 giorni, da semplice amatore del nuoto, a una traversata del lago per dimostrare che «non ci sono onde che ti possono fermare se ci credi». La prossima traversata lo porterà a Desenzano sul Garda, dove tornerà a condividere questo messaggio.
Foletti però con la mente torna subito alle settimane che hanno preceduto la telefonata dell’ospedale di Bergamo che annunciava un possibile donatore. Proprio quell’ospedale in cui poco tempo prima, la famiglia aveva potuto vedere da vicino la teca di Papa Giovanni in visita eccezionale anche nel nosocomio bergamasco, come rammenta a più riprese Luca (per dono di Papa Francesco, la Diocesi di Bergamo ha accolto dal 24 maggio al 10 giugno l’urna con il corpo del Santo Papa Giovanni XXIII). Nei genitori di Lorenzo oggi, il ricordo di quella telefonata è ancora nitido, ma è dall’osservazione di Luca che traspare il valore di una storia che è molto più di una storia di coraggio. «Purtroppo è arrivata quella telefonata», commenta Luca. No, l’emozione non ha tradito la sua espressione: «Dico purtroppo perché ho personale rispetto dei donatori e delle loro famiglie». Un rispetto che dalle parole è presto passato ai fatti, perché Foletti, già iscritto Avis (donatori sangue), ha deciso di aderire anche all’Aido (donatori organi).
Prima di tornare ad accarezzare Lorenzo, il pensiero di Luca è un grazie accorato a tutti coloro che stanno sostenendo la sua famiglia, in particolare i medici e gli infermieri dell’ospedale Papa Giovanni XXIII, gli Amici della pediatria, Eos la Stella del Mattino e la Casa di Leo. Ma dopo la sua testimonianza, il grazie è per lui, per Ramona, per Lorenzo.