L’Inps restituisce gli aiuti al bimbo trapiantato

 

Francesco, 4 anni, ha una malattia rara ma l’ente gli aveva tolto l’indennità di accompagnamento. Ora gli è stata resa con l’esonero dalle visite per 9 anni

 

 

 

 

di CATERINA MANIACI – 31 maggio 2020

 

La famiglia Melchiorre

Una lettera, una comunicazione formale arrivata dall’Inps: il minore Francesco Melchiorre risulta «portatore di handicap in situazione di gravità», quindi usufruisce delle agevolazioni e della indennità di accompagnamento previste dalla legge 104. Con l’esonero di future visite di revisione annullate, fino al 2029, quando si potrà valutare una eventuale revisione pianificata. Un secco verbale con l’esito della commissione preposta, poche pagine, con dati precisi, ma in grado di cancellare l’incubo in cui lo stesso Ente previdenziale aveva fatto precipitare il piccolo Francesco e la sua famiglia.

Avevamo raccontato questa storia incredibile, dalle pagine di Libero, proprio una settimana fa, il 24 maggio, attraverso l’accorata testimonianza dell’avvocato Michele Sarno, che ha seguito e continua a seguire la vicenda, sia legalmente che dal punto di vista umano.

Poi, appena qualche giorno più tardi, è arrivata alla famiglia Melchiorre la comunicazione dell’Inps, che di fatto riconosce e ripristina il diritto di Francesco ad avere un sostegno e un aiuto. Una piccola, grande vittoria, ottenuta per questa famiglia che ha vissuto lunghi giorni angosciosi. E anche un piccolo prodigio, la rapidità della comunicazione, visti i tempi biblici con cui la burocrazia italiana in genere si muove.

SOFFERENZA

Ricostruiamo, brevemente, questa storia di sofferenza, di ingiustizia ma, per fortuna, con un finale positivo.

Francesco Pio è un bambino di soli quattro anni e mezzo ma che la vita ha già provato molto: soffre di atresia alle vie biliari, una di quelle malattie che vengono classificate come “rare” e degenerative e quindi una vera condanna per i pazienti e le loro famiglie. Il piccolo ha già subito un trapianto, quando aveva solo un anno e mezzo. Una breve vita trascorsa tra ospedali, visite mediche, viaggi della speranza, da Baronissi, paese della provincia di Salerno, dove vive con la famiglia – mamma, papà, due fratelli e una sorellina – su al Nord. E giornate fatte di tante medicine da prendere regolarmente, per poter andare avanti. In questa situazione, piomba come un fulmine a ciel sereno la revoca, da parte dell’Inps, dei benefici della legge 104, riconosciutigli per via della sua terribile malattia.
Perché secondo l’Inps ora Francesco risulta «guarito». I genitori sono sconvolti. Come faranno? Quelle poche centinaia di euro di rimborso previste dalla 104 sono fondamentali, nel magro bilancio di famiglia. Niente più permessi, niente più esenzioni per i tanti farmaci che bisogna continuare a somministrare. E pesa anche la certezza di essere vittime di una grande ingiustizia.

LA DENUNCIA

Prende in mano la situazione l’avvocato Sarno, che presenta una denuncia contro l’Inps. E racconta tutta la vicenda a Libero. Poi, nei giorni seguenti, la storia viene segnalata da altre testate e televisioni. Cresce l’indignazione e la solidarietà intorno a Francesco Pio e alla famiglia Melchiorre. Infine, la comunicazione dell’Inps, che annulla la precedente dichiarazione, ripristina i diritti e addirittura, nonostante la prassi che stabilisce che ogni due anni ci sia una visita di controllo, rimanda questo controllo al 2029.

«Sono davvero felice di questa conclusione», commenta Sarno, «devo ringraziare Libero e i mezzi di informazione che hanno seguito con tanta attenzione questa storia, mettendo in primo piano la sofferenza di un bambino gravemente malato e le sofferenze della sua famiglia, che ringrazia tutti noi per la soluzione del caso. I genitori di Francesco mi hanno detto che erano finiti dentro un tunnel e ora rivedono finalmente la luce», spiega commosso l’avvocato.

Una vicenda paradossale, certo, ma che è riuscita anche a creare un senso di unione e di solidarietà. E a far nascere qualche speranza. «Diverse famiglie mi hanno contattato per sottopormi altre storie difficili, direttamente o indirettamente collegate all’operato dell’Inps, veri e propri calvari che si stanno percorrendo per ottenere il riconoscimento di legittimi diritti», annuncia infatti Sarno. Quando poi si leggono storie come quelle portate alla ribalta qualche giorno fa, con protagonista una falsa cieca, proprio a Salerno, che ha percepito per sette anni una pensione di invalidità riservata ai ciechi assoluti, mentre la signora in questione conduceva una vita del tutto normale, l’assurdità di vicende come quella di Francesco Pio risaltano ancora più drammaticamente.

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