Cosenza 6 marzo 2021
La donna teme di portare il contagio a casa e trasmetterlo al figlio
di Mirella Molinaro
Vuole proteggere suo figlio con tutto l’amore che una mamma sa dare. Donatella Pignataro, giovane mamma cosentina, vuole fare da scudo al suo piccolo Luigi e difenderlo dal terribile Covid.
Luigi è un bimbo di quasi 14 mesi con due occhi profondi che sorridono alla vita, ma è affetto da una malattia rara – l’atresia delle vie biliari-, che lo ha costretto sin dai primi giorni di vita a “frequentare” le sale operatorie. Da pochi mesi, ha subito un trapianto. Adesso sta bene anche se deve seguire tante terapie, cure e visite di controllo.
Non può fare il vaccino anti Covid perché ha subito un trapianto e perché è al di sotto dell’età anagrafica prevista, che è quella dei 14 anni. In questo caso, l’unico modo per tenerlo al sicuro dall’avanzata inarrestabile della pandemia è quello di vaccinare i suoi genitori. Suo papà ha fatto il vaccino Astrazeneca perché rientra in una delle categorie più a rischio – fa il vigilantes e presta servizio in ospedale -, ma sua mamma non ne ha diritto. Donatella è giovane e non ha patologie, dovrebbe rientrare nell’ultima fase del Piano vaccinazioni, quella rivolta a persone giovani e in salute. E non considerate a rischio. Ma lei è a rischio. Se dovesse contagiarsi, correrebbe un rischio altissimo: infettare il suo bambino senza difese immunitarie.
«Come posso tutelarlo?». È la domanda che si fa ogni giorno e, soprattutto in queste settimane, in cui l’aumentare dei contagi e delle varianti del Covid stanno terrorizzando tutti. Specialmente i genitori di bimbi come Luigi e specialmente in provincia di Cosenza dove sulle vaccinazioni siamo ancora all’anno zero. Il problema è nazionale e un gruppo di mamme di bambini con la sua stessa patologia hanno provato a sollevare il problema interpellando il ministero della Salute senza però avere risposta.
«In America – aggiunge Donatella – i genitori di bimbi trapiantati come mio figlio sono stati già vaccinati. Io ho paura pure di uscire e fare la spesa». Vive a Marano Principato e con il suo piccolo è praticamente sigillata in casa: «Esco solo per andare al supermercato ma in preda all’angoscia. Da un lato siamo fortunati perché il papà di Luigi si è vaccinato, ma lavorando in ospedale è comunque ogni giorno a rischio anche lui. Inoltre, noi una volta al mese dobbiamo andare a Roma per le sue cure e io ho paura di beccare il Covid.
Non ho diritto al vaccino, però alla sanità calabrese chiedo una mano: come posso proteggere mio figlio? Luigi è nato con una malattia rara che non ha scelto lui e nei confronti della quale ci siamo trovati spiazzati. Ma, io dal Covid devo proteggerlo: ho bisogno di uno scudo e la sanità mi deve aiutare».