Il piccolo si chiama Riccardo, è nato il 3 aprile del 2019 e soffre dalla nascita di una malattia rara, l’atresia delle vie biliari, che comporta l’accumulo della bile nel fegato. Quando dopo un primo intervento gli era stata prospettata la necessità di un trapianto di fegato Tania e papà Vincenzo, 28 anni lei, 31 lui, entrambi operai di un’azienda metalmeccanica di Brissago Valtravaglia, hanno scelto di partire.
«I primi ad accorgersi che Riccardo aveva dei valori strani sono stati i dottori del reparto di pediatria di Cittiglio, la dottoressa Alessandra Cristina Niespolo e il pediatra Francesco Patitucci che ci hanno tenuto in ospedale 4 giorni dopo la nascita per fare degli accertamenti, sono i primi che dobbiamo ringraziare in questa vicenda – racconta il papà Vincenzo Scognamiglio -. Da lì è cominciato un percorso che ci ha portato poi al ricovero all’ospedale del Ponte di Varese e infine agli spedali civici di Brescia dove ci ha seguito il professor Alberti».
Qui a maggio del 2019 il piccolo Riccardo è stato sottoposto ad un primo delicato intervento che si chiama Kasai eseguito proprio dal professor Alberti.
Ma il travaglio di questa famiglia non era ancora concluso. «Quando la malattia ha cominciato a peggiorare ci hanno chiesto di cominciare le pratiche per un trapianto di fegato ed è in questo frangente che abbiamo individuato il professor Jean de Ville de Goyet e abbiamo scelto il centro palermitano».
Complice di questa decisione anche la vicinanza di una coppia di amici di Cugliate Fasbiasco, Velia e Paolo, che lo scorso ottobre avevano attraversato la stessa esperienza con il figlio Alessio e gli hanno potuti consigliare.
Vincenzo, Tania e il piccolo Riccardo sono decollati verso la Sicilia proprio negli stessi giorni in cui in Lombardia cominciava l’emergenza sanitaria da Coronavirus, il 24 febbraio. E proprio per questo da allora sono rimasti sempre a Palermo.
Sono stati tutti sottoposti ad esami approfonditi e alla fine la scelta per il donatore è ricaduto su Vincenzo: «Sono dovuto andare anche in tribunale per firmare il consenso ma io e mia moglie non abbiamo avuto dubbi, per nostro figlio era necessario».
Dopo un periodo di blocco degli interventi a causa del Coronavirus le attività dell’ISMETT sono ripartire a maggio e finalmente è stata fissata la data dell’operazione.
Tania, Vincenzo e il loro piccolo Riccardo
«Io e mia moglie lavoriamo alla Spm di Brissago Valtravaglia, un’azienda a cui va tutta la nostra gratitudine – racconta Vincenzo – durante tutta questa vicenda ci hanno sempre sostenuto e anche in questo frangente ci hanno tranquillizzato invitandoci a restare accanto a nostro figlio senza preoccuparci per il lavoro».
Papà e figlio sono entrati in ospedale il 13 maggio per il trapianto di fegato. Vincenzo è entrato alle 7 del mattino ed è uscito alle 18, Riccardo alle 11 ed è uscito alle 21. Mamma Tania per tutto il tempo è rimasta in attesa da sola, confortata da un’infermiera e da una lunghissima chiamata al telefono con l’amica Velia.
Il chirurgo Jean de Ville de Goyet, Riccardo e mamma Tania
«Quando abbiamo potuto riabbracciare il nostro bambino è stata un’emozione indescrivibile. Per noi è stata come una seconda rinascita. Il suo sorriso è per noi una gioia indescrivibile».
La famiglia resterà in Sicilia fino a settembre per proseguire nel monitoraggio clinico di Riccardo. «Siamo immensamente grati al professore Jean de Ville de Goyet, al suo team, all’associazione AMEI di Brescia e la sua coordinatrice Clelia che ci è stata accanto come una seconda mamma, al dottore Giovanni Boroni di Brescia e a tutti quelli che ci hanno seguito in questo percorso».